F F Tribuna Libera: Indovino e guaritore cegliese

mercoledì 6 aprile 2016

Indovino e guaritore cegliese





Un amico mi ha segnalato questo interessante articolo pubblicato sull'edizione online del Quotidiano di Bari. La storia di un uomo nato sul finire dell'Ottocento e morto nel 1955: Giuseppe Argentiero, conosciuto come Sepp' li Serr', guaritore e indovino nato a Ceglie e vissuto a Pascarosa. La storia di questo personaggio si confonde con la leggenda. E pare che anche re Vittorio Emanuele ...

Ma la storia la potete leggere qui di seguito.





"Il Re uscì “scuro in viso”




"Il nostro personaggio visse a Pascarosa, una contrada fra Ostuni e Cisternino. Nato a Ceglie Messapica alla fine dell’Ottocento e morto nel 1955, Giuseppe Argentiero era più noto come Seppe li Serre oppure Seppe ‘u Padreterno. Era un guaritore (sapeva anche predire il futuro, ma lo faceva di rado e senza piacere essendo dell’idea che certe cose i cristiani non le devono fare). Reduce dalla Grande Guerra, Seppe sosteneva di aver imparato molte cose lavorando in infermeria.


Queste conoscenze, applicate alle altre che aveva acquisito da bambino sul potere delle erbe e delle radici che nascono spontaneamente nei campi, avevano fatto di lui un guaritore formidabile. Giuseppe Argentiero aveva il suo carattere: Non amava prendere soldi, piuttosto si contentava d’essere ripagato in natura dalla povera gente che ricorreva a lui (una forma di caciocavallo, un sacco di farina, un orcio di olio buono...). E poi non riceveva tutti, specie i gran signori, persino quelli che venivano da lontano.

Aveva le sue antipatie. Per esempio i fascisti non gli andavano giù. Ma Palmarini, una personalità del luogo legatissima al regime, insisteva perché Argentiero non rifiutasse di aiutare i ‘camerati’. Forse minacciato, Seppe acconsentì, ma ad una condizione: che Palmarini intervenisse in alto perché Pascarosa, mal servita dalle strade e di fatto tagliata fuori dal mondo, avesse la Stazione. Palmarini lo accontentò (ancora oggi, intatta come in una cartolina di primo Novecento, a quella stazione sostano i treni della Sud-Est). Altri sostengono invece che quella fermata fu istituita per agevolare il flusso dei malati che accorrevano da Seppe...

Infine una leggenda : Si dice che tra quelli che bussarono alla porta di Seppe ‘u Padreterno ci sia stato niente meno che Vittorio Emanuele III. Mentre all’indomani dell’8 settembre il Savoia era in fuga da Roma verso Brindisi, strada facendo volle consultare il nostro indovino, la cui fama evidentemente era giunta sino a Roma. Seppe lo ricevette. Cosa gli disse? Si sa solo, vociferano ancora, che il Savoia uscì da casa sua “scuro in viso”.
Fonte





Sono andato a cercare qualche altra notizia in giro per la rete e ho trovato qualche altra chicca:



Lo scrittore Guido Piovene lo intervistò per il suo libro ‘Viaggio in Italia’. Anche la RAI parlò di lui nel '56 e nel  '57. Di questo personaggio si raccontano vari aneddoti, alcuni divertenti, come questo:

Un tale paralizzato agli arti volle, un giorno, andare a trovare “Seppe u Patreterno”: fu così che al tiro di un mulo ed accompagnato dai familiari, si inerpicò per l’arduo sentiero che portava alla casa del guaritore, ma prima di giungervi dette ordine di nascondere in un cespuglio, ai bordi della stradina, il regalo che aveva preparato per l’occasione, perché così egli ragionò: “Se mi fa guarire, queste uova saranno sue, diversamente me le riprenderò al ritorno” ... 







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