F F Tribuna Libera: L'unico contento è il sindaco di Ceglie ...

venerdì 23 settembre 2011

L'unico contento è il sindaco di Ceglie ...

Si continua a parlare di Patto di stabilità, a cui tutti gli enti territoriali devono attenersi per il loro equilibrio di bilancio. Da un lato, il Governo nazionale sforbicia pesantemente i finanziamenti agli enti locali (Comuni e Province, per non parlare delle Regioni) che quindi hanno meno soldi per finanziare i propri servizi ai cittadini (strade, opere pubbliche, servizi sociali, istruzione, ecc.).

Dall’altro, a causa del patto di stabilità interno (cioè dei vincoli di spesa imposti da Roma) vengono posti limiti all’uso dei soldi di cui il Comune dispone. Pena, in caso di sforamento, un pesante taglio ulteriore ai finanziamenti trasferiti da Roma a quel Comune o a quella Provincia.


Come funzione il Patto?

Praticamente il Comune deve garantirsi, in ogni esercizio finanziario, introiti finanziari pari ai pagamenti che deve effettuare. Se vuole spendere 100, deve incassare 100, ogni anno. Non può cioè fare affidamento sui suoi “risparmi” accumulati negli anni. Quindi, anche se ha “in banca” 1.000 come attivo accumulato negli anni, non potrà usarli. Per mantenere l’equilibrio (e non essere sanzionato con ulteriori tagli) potrà capitare che sia costretto a tagliare i servizi ai cittadini o ad aumentare le tasse. Pur avendo i soldi.


Il problema si presenta quando si tratta di opere che per essere realizzate necessitano di tempo e che vengono quindi approvate in esercizi finanziari precedenti. Se si realizza ad esempio un’opera pubblica che costa 300 e occorrono 3 anni per completarla, non importa se, quando ha avviato l’opera, quei 300 il Comune li avesse già da parte.

I pagamenti avverranno negli anni successivi e per quel periodo successivo, il Comune dovrà garantire un livello di entrate (cioè provenienti dalle tasse e dalle tariffe) pari ai pagamenti che è tenuto a fare. Se queste entrate diminuiscono (ad esempio a causa del minore reddito delle persone e del taglio marziale ai trasferimenti dallo Stato) , e non potendo il Comune fare affidamento sui soldi in attivo che ha depositati – cosa farà? Interromperà i lavori? O taglierà i servizi per poter garantire il pagamento?

Spesso, proprio per questo motivo, gli enti rinviano i pagamenti al periodo successivo (e bisogna aggiungere le penali conseguenti, quindi più soldi da pagare). La conseguenza è che le aziende a cui sono stati commissionati i lavori vengono lasciate “in attesa” del pagamento, a tempo non prevedibile. Queste, a loro volta, non possono pagare i loro dipendenti e operai e, purtroppo, in molti casi vengono rovinate. Un meccanismo diabolico. E intanto il Comune continua ad avere in cassa i soldi che consentirebbero di pagare. Ma non può usarli.


Sindaci brindisini in rivolta

Anche quando l’attuale amministrazione comunale si insediò, iniziò a girare la voce che avessero trovato 800.000 euro di debiti fuori bilancio per lavori gia' eseguiti ma non coperti finanziariamente. Naturalmente c’entrava il discorso sul Patto di stabilità. Ma forse non ne erano informati.

Ne parliamo perché ieri, sul Quotidiano, abbiamo letto della protesta di tutti i sindaci della provincia che, tra i pesanti tagli statali e il patto di stabilità, annunciano tutti un anno nero con un possibile taglio brutale ai servizi per i cittadini (strade, scuole, mense e trasporti).

Ad esempio, a proposito del Comune di Francavilla Fontana, leggiamo:


Molte amministrazioni devono affrontare situazioni paradossali. Solo così si possono descrivere quattro milioni e duecentomila euro di avanzo che non possono essere utilizzati. E’ quanto accade a Francavilla Fontana. “Ho fatto il sindaco per 15 anni – racconta – Vincenzo Della Corte – e non ho mai vissuto un periodo tanto duro. A volte è difficile non cedere allo sconforto. Siamo riusciti ad avere finanziamenti per 14 milioni di euro, ma non possiamo appaltarli prima della fine dell’anno, altrimenti sforeremmo il patto di stabilità. I progetti più importanti che abbiamo in cantiere sono il palazzetto dello sport e palazzo imperiali. Abbiamo trovato un accordo che ci consente di terminare i lavori e pagare tutto entro febbraio dell’anno prossimo. Siamo molto preoccupati per i servizi sociali. I cittadini non hanno ancora contezza degli effetti della manovra, ce l’avranno il prossimo anno”.


E a Ceglie Messapica?


Il coro dei primi cittadini che chiede, con allarme e con urgenza, la riforma del Patto è unanime. O quasi. L’unico contento, tra i sindaci brindisini, sembra essere il sindaco di Ceglie, che ritiene una “fortuna” il Patto di stabilità, così com’è congegnato oggi.


“Luigi Caroli ha un’opinione particolare per quanto riguarda il patto di stabilità, in netta controtendenza rispetto ai suoi colleghi: “Per fortuna abbiamo avuto il patto, altrimenti c’è chi si sarebbe venduto anche i Comuni. Noi faremo di tutto per non tagliare i servizi, ma credo sia importante la collaborazione dei cittadini”. Il sindaco Caroli, in effetti, lancia un appello, soprattutto ai dipendenti pubblici.: “Da loro più che dagli altri, ci si dovrebbe aspettare riconoscenza, per il fatto che possono contare sui posti di lavoro ‘intoccabili’. Ebbene dimostrino questa gratitudine in questo momento di difficoltà, con la produttività e la razionalizzazione della spesa”.


Sarà contento lui. Non so quanto lo saremo noi cegliesi. Lo constateremo a breve quando vedremo le nuove tasse.

Per non parlare di chi la dura "legge" del Patto di stabilità l’ha già dovuta constatare. Sulla propria pelle.




L'unico contento è il sindaco di Ceglie ...