F F Tribuna Libera: Gli studenti cegliesi incontrano i migranti

giovedì 22 marzo 2018

Gli studenti cegliesi incontrano i migranti



Ricevo e pubblico con molto piacere. Due bellissime iniziative a cui va tutto il nostro apprezzamento.




Al termine di un percorso interdisciplinare, dal titolo “Migranti”, che ha visto gli studenti dell’ l’Istituto Tecnico Commerciale “C. Agostinelli” impegnati ad affrontare il tema delle migrazioni nelle diverse discipline,  si sono tenuti due incontri che hanno portato gli allievi a riflettere  e ad approfondire il tema dell’immigrazione.


Venerdì 3 marzo si è tenuta presso la palestra dell’ITC “Cataldo Agostinelli” l’incontro con alcuni ragazzi immigrati ospitati presso il centro di accoglienza di Villa Aurora di Ceglie Messapica e  accompagnati dalla mediatrice culturale del centro, la prof.ssa Rossella Gasparro.

L’iniziativa ha avuto come scopo quello di  superare la paura dell’altro e del diverso e di promuovere, invece, la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione.

I ragazzi di Villa Aurora  hanno raccontato le loro storie e il perché del complesso viaggio verso il nostro Paese, emozionando tutti i presenti.  Gli studenti hanno potuto rendersi conto di quanto sia difficile lasciare la propria terra, la propria casa, i propri affetti, le proprie abitudini  per avventurarsi verso l’ignoto e  realizzare il sogno di una vita migliore.

La prof.ssa Gasparro ha descritto quali sono le attività che i ragazzi immigrati svolgono per intraprendere il processo di integrazione e ha sottolineato come il centro di accoglienza di Villa Aurora sia uno dei più efficienti e organizzati del territorio brindisino, grazie alla tenacia delle suore dell’ordine di Gesù Eucaristico, in particolare di suor Tiziana,  e di tutto il personale.

Il confronto è stata l’occasione per abbattere i pregiudizi, per saltare i muri dell’ignoranza e sensibilizzare i ragazzi a comprendere e a riflettere che è possibile costruire una comunità basata sull’ accoglienza, lo scambio e l’ arricchimento di valori perché al di là del colore della pelle, degli  usi e dei costumi esiste, come diceva Einstein, “una sola razza, quella umana”.


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Inoltre, martedì, sempre all'Agostinelli, Cecilia Strada ha presentato agli studenti il suo libro "La guerra tra noi", dialogando con loro.




Immigrazione, armi, guerra, silenzio militare, ma anche aiuto, collaborazione, senso di appartenenza: queste le parole che hanno fatto da filo rosso nel dibattito tenutosi nella mattinata del 20 marzo, tra gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico di Ceglie Messapica “C. Agostinelli” e Cecilia Strada, autrice del libro “La guerra tra noi”. Un’occasione unica, questa, resa possibile anche grazie all’ausilio della cooperativa L’ALA di Villa Castelli.




Tra il silenzio degli alunni e qualche timida domanda iniziale si è sviluppato un lungo dibattito che ha toccato terre lontane tra loro: da Genova e il suo G8 si è volati in Yemen, poi in Australia con la sua politica antimigratoria del NoWAY e ancora in Eritrea, in Iraq, Afganistan, fino ad arrivare in Italia. Denominatore comune una guerra che si gioca solo tra quelli che l’autrice definisce “gli ultimi e i penultimi” del mondo.

“Una donna come tante”, avremmo potuto dire guardandola avanzare tra gli studenti. Ma in realtà quella che gli alunni hanno incontrato oggi è una donna che ha saputo declinare la straordinarietà della sua vita in ordinarietà. A quanti le hanno chiesto le motivazioni che in qualità di presidente di Emergency (e vari impegni a carattere internazionale) l’hanno portata lì dove la sofferenza è fatta di braccia e gambe mutilate, di lotta quotidiana per la sopravvivenza, lei ha risposto individuando il suo perché nella “banalità” del bene. 

Aiutare è normale, o almeno dovrebbe esserlo, perché è proprio dell’uomo compiere gesti di altruismo verso chi è in difficoltà. Ma si è anche sostenuta l’importanza della conoscenza. Finché quella sofferenza non avrà per noi nome e cognome non impareremo mai veramente a farci carico di quel dolore, perché anonimo.  Finché non impareremo a sentire il mondo come uno, come terra che non appartiene a me, a noi, finché gli altri saranno i diversi, i lontani, allora il raggiungimento di una pace sarà utopia lontana.

Grande, quindi, la lezione impartita oggi ai ragazzi dell’ITC. Ciò che studenti e professori si portano oggi a casa sta proprio in questo: ciascuno di noi può imparare a fare la sua parte nel piccolo del suo “giardino”, cominciando ad estirpare le erbacce dell’egoismo già tra i banchi di scuola, in famiglia, per strada con gli amici. Questi i luoghi in cui cominciare a diffondere i semi del “NOI”.








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