F F Tribuna Libera: Finanziamenti e rimborsi a partiti e movimenti

lunedì 19 febbraio 2018

Finanziamenti e rimborsi a partiti e movimenti




Uno dei temi al centro di questa campagna elettorale sono i soldi ai partiti (finanziamento, rimborsi, chi restituisce di meno, chi restituisce di più). E ci sono parti politiche che indicano questo come il male dell'Italia (e forse hanno ragione) salvo poi "gonfiare", alcuni loro esponenti, l'entità delle spese sostenute (e rimborsate) per alberghi, ristoranti, telefono.

Ci sono quelli che si dicono contrari all'attribuzione di soldi pubblici ai partiti e accomunano tutti i partiti (solo gli altri, ovviamente) al "malaffare" e allo spreco dei soldi dei cittadini.

Belle parole ovviamente ma nessuno dice (o fa finta di dimenticare) che i rimborsi non esistono più. Infatti è stato il governo guidato da Enrico Letta ad abolire nel 2014 il finanziamento pubblico ai partiti oltre che i rimborsi (questi ultimi progressivamente dal 2014 al 2017). 



Oggi dunque i partiti non godono più nè di finanziamento pubblico nè di rimborsi elettorali con soldi pubblici. Ed è stata una scelta precisa fatta dal governo Letta, tanto vituperato dai grillini (che in Parlamento votarono contro insieme alla Lega Nord). A favore votarono PD, Lista Monti, Forza Italia, Ncd.


Cosa prevede la legge?



per leggere il testo integrale




Al posto del finanziamento pubblico i partiti possono ricorrere alla contribuzione volontaria, in due forme: le erogazioni liberali dei privati e il due per mille. Bisognerà però che i partiti si dotino di uno statuto che indichi con chiarezza organi dirigenti, modalità della loro elezione, durata degli incarichi, garanzia delle minoranze interne. I partiti con questi requisiti saranno iscritti in un apposito registro, gli altri resteranno fuori. 

I privati (singoli o società) possono versare ai partiti fino a 100mila euro l’anno. Vietati i contanti, ammessi solo i bonifici o gli assegni. Le erogazioni liberali in favore dei partiti potranno essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi, dando luogo a un rimborso fiscale del 26% per gli importi fino a 30mila euro. 



In aggiunta a ciò va ricordato che (scelta del Governo Monti) dal 2012 i parlamentari di nuovo insediamento godono di un trattamento pensionistico basato sul sistema contributivo: la pensione (dai 65 anni) è commisurata ai contributi versati, come già avviene per i cittadini comuni.



Si poteva fare di più? Probabilmente. Si è fatto molto? Credo di si. Ovviamente questo non è un post che sponsorizza un partito rispetto a un altro, votate chi vi pare, però mi interessava, di fronte alla propaganda disinformata di queste settimane, portare nel mio piccolo la discussione su argomenti seri e sulla base di dati concreti, non delle urla nelle piazze e nei salotti tv. Nessun intento di sponsorizzazione di partiti o movimenti. Solo chiarezza.




Finanziamenti e rimborsi a partiti e movimenti