F F Tribuna Libera: Piazza Plebiscito, non è più tempo di aspettare

giovedì 21 giugno 2012

Piazza Plebiscito, non è più tempo di aspettare




(Foto: Mimmo Barletta)




C'è un interessante articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno oggi in edicola dal titolo: "Piazza Plebiscito non è più un salotto - Serve più cura per il' cuore' della cittadina".






Tempo d'estate, tempo di vacanze, tempo di vacanzieri che con le loro apparecchiature sofisticate immortalano le bellezze del territorio. Ed allora, non sarebbe il caso di intervenire in Piazza Plebiscito, quella da sempre definita il salotto della città? Ed in modo specifico non sarebbe il caso di ripiantare le palme nelle aiuole adiacenti la Torre dell'Orologio? Vedere quelle piantine secche che hanno sostituito le secolari palme colpite dal punteruolo rosso è una foto poco edificante.

La piazza principale della città, spoglia delle sue pale, è una “ferita” che va rimarginata. Possibile che ci voglia tanto a decidere di rimettere delle palme? Qualcuno, pare, il problema se lo sia posto ma, a fronte di un eventuale intervento in tal senso, ha obiettato che è bene soprassedere fin quando ci sarà il micidiale punteruolo rosso.

Obiezione che ci può stare ma che non è giustificabile, atteso che da quando questo vermiciattolo ha iniziato a fare sterminio di palme ci sono state le contromisure con l'individuazione di trattamenti che scongiurano la sua presenza. Ed allora? Perchè non si decide di ridare al “salotto della città” le sue tradizionali quanto affascinanti sembianze?

Sarebbe un problema il trattamento di salvaguardia? Pare proprio che il problema non sia affatto insormontabile. Una piazza “menomata” delle palme e della campana che scandiva le ore della giornata è uno spettacolo che fa a pugni con la cultura della conservazione.

A proposito della campana, ancora non si sa quando questa possa essere ripristinata o sostituita. Pare, stando a qualche indiscrezione, che ci siano dei contrattempi con la sovrintendenza. Intanto sulla campana caduta, stando all'opinione di qualche storico, non sarebbe di un valore inestimabile atteso che non è l'originale e che in tempo di guerra l'originale venne smontata per essere sostituita con una più recente.

Ma, al di là di queste discussioni sul valore reale o presunto, siamo alle solite ed intervenire nel campo dei beni culturali diventa un ostacolo insormontabile. Sta di fatto che, tra palme mancanti e alberelli poco curati e transennati, la piazza pare non essere più il salotto della città ma uno dei tanti spazi cittadini.














Sul blog AhiCeglie c'è il contatore dei giorni trascorsi
da quando noi cegliesi siamo in attesa 
delle nuove campane. 








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